Convivenza con il Covid. Di questa espressione se ne parla da ormai un paio d’anni, ma forse solo ora si sta capendo cosa significa. A offrire un chiarimento in merito probabilmente è stato anche il sottosegretario della Salute Pierpaolo Sileri, intervistato da The Breakfast Club su Radio Capital.
Il presupposto essenziale resta il fatto che la vaccinazione è fondamentale per tutelare i più fragili. Lo si capisce anche adesso che ogni giorno decine di migliaia di persone sono ufficialmente contagiate. Non c’è, però, una pressione sugli ospedali proporzionale a ciò che accadeva in passato e sulla situazione Sileri è stato chiaro. Sia sul presente che per il futuro prossimo rispetto a possibili restrizioni.
«Non è sovrapponibile - ha detto il sottosegretario - a ciò che abbiamo vissuto in questi due anni e mezzo. Non vedo perché ad ottobre dovremo vivere qualcosa di diverso rispetto a ciò che vediamo oggi con 140.000 contagi». Anche perché la forte diffusione di questo periodo mette in discussione persino la stagionalità del virus, che poteva far ipotizzare a nuove restrizioni come avvenuto nelle dinamiche degli scorsi anni.
«Dovremo - ha spiegato - continuare a raccomandare l’uso della mascherina nei posti affollati, soprattutto al chiuso, ma come raccomandazione». A rovinare i piani potrebbe essere solo una variante più patogena e in grado di eludere anche la protezione dalla malattia da parte dei vaccini. Fino ad ora, per fortuna, le cose sono sempre andate nella direzione opposta, pur essendo aumentata la contagiosità.
E poi lo sguardo va ai prossimi anni. Sileri ha ipotizzato cosa possa significare la convivenza con il virus, ad esempio, a settembre-ottobre del 2023. «Significherà - ha spiegato - convivere con questo gruppo di virus, con tutte le varianti e le sotto varianti nella stessa maniera con la quale conviviamo con gli altri virus che danno l’influenza».
«Inizieranno - ha proseguito - a girare i virus influenzali e tra quelli che danno sindrome influenzali più o meno grandi ci sarà anche questo coronavirus». E per tutte le altre influenzali sono sempre esistite contromisure. «Ci aspetta - ha spiegato il sottosegretario - un vaccino che sarà tetravalente o un bivalente associato ad un tetravalente. Questo ce lo diranno le industrie e la scienza. Dovrà fare questo vaccino chi è più fragile, come accade per l’antinfluenzale».
E tra un anno ci sarà un altro aspetto da considerare, cioè il fatto che il virus continuerà a circolare. In un modo o nell’altro chiunque lo incontrerà (anche con la vaccinazione). «Il passaggio continuato e ricorrente di questo virus nella popolazione determina - ha spiegato - dei richiami naturali o delle vaccinazioni naturali ex novo».