Targhe straniere e decreti sicurezza: quando si può circolare con targa estera?

Il decreto sicurezza di Salvini ha posto un freno alla circolazione di auto con immatricolazioni all’estero, ma sono ancora attive?

Tra gli atti più discussi dalla politica italiana, ci sono senza dubbio i due decreti sicurezza di Matteo Salvini quando era titolare al Viminale, cioè quando oltre ad essere uno dei Vice Premier del governo Conte uno (l’altro era Luigi DI Maio), era Ministro dell’Interno. Atti che adesso, il governo Conte Bis, quello che al posto della Lega, ha portato in maggioranza PD, Leu e Italia Viva, vorrebbe cancellare del tutto.

Tra i provvedimenti più forti del primo decreto sicurezza di Matteo Salvini, senza dubbio la stretta alla circolazione in territorio italiano, di auto con targhe estere.

Targhe straniere, perché usarle?

La circolazione di auto con targa estera fino a qualche anno fa era un autentico fenomeno. Romania, Bulgaria, Polonia, ma anche Germania, San Marino e così via. Innumerevoli davvero le auto a targa straniera che si incrociavano per strada, e non solo in estate, quando magari il turismo ne amplificava la presenza.

La targa estera usata come “trucco” per evitare alcune rigide norme e regole vigenti in Italia. Basti pensare al bollo auto, piuttosto caro in Italia e sicuramente più vantaggioso al di fuori dei confini nazionali. Una auto immatricolata in un altro Paese non deve pagare il bollo in Italia, godendo magari del vantaggio in termini di prezzo del bollo di uno Stato più virtuoso da questo punto di vista.

Per non parlare delle immatricolazioni vere e proprie, delle tasse sui passaggi di proprietà, del costo di questi passaggi e delle imposte di bollo. Tutti balzelli in cui l’Italia è ai primi posti come costi. E poi c’è la questione multe del codice della strada. Un autovelox piuttosto che il sistema tutor, una telecamera al semaforo piuttosto che una in un divieto di accesso, sono questi gli strumenti con cui le amministrazioni beccano i trasgressori, fotografano la targa del veicolo e recapitano a casa del proprietario dello stesso, le relative multe. Tutto rintracciabile sul nostro Pubblico Registro Automobilistico.

Una cosa che evidentemente presenta difficoltà enormi se il veicolo che commette l’infrazione ha una targa di uno Stato estero. In pratica, usare una targa straniera rende fantasmi i guidatori, anche quando commettono infrazioni.

Auto con targa straniera, chi può circolare?

Dal 2018, anno di entrata in vigore dei decreti sicurezza, le vetture straniere che si vedevano per strada sono esponenzialmente diminuite. Non è possibile circolare con targa estera in Italia, se si risulta residenti nel nostro Paese da oltre sessanta giorni. Ad introdurre questa novità quindi, il primo dei due decreti sicurezza dell’allora Ministro dell’interno Matteo Salvini.

I trasgressori sono puniti con una multa da 712 a 2.848 euro, con relativa confisca del veicolo che poi andrà o immatricolato in Italia entro 180 giorni dalla sanzione, o esportarla, cioè riportarla nel paese di origine. Tutto a spese del proprietario, che oltre a pagare la pesante multa, deve immatricolare l’auto in Italia, co i costi del nostro sistema di immatricolazione, o mandarla all’estero, ma utilizzando targhe italiane provvisorie, ed anche in questo caso, piuttosto costose.

Il divieto riguarda quindi solo chi abita stabilmente da oltre sessanta giorni in Italia. Ci sono delle eccezioni a questa rigidità normativa. Infatti se il veicolo è in leasing, cioè se il guidatore lo sta utilizzando dopo averlo preso a noleggio, da una azienda estera, la targa straniera non è illegale.

Se l’utilizzo della macchina con targa estera nasce dal noleggio con conducente, anche in questo caso la targa estera è ammessa anche se si è residenti in Italia da oltre 60 giorni.

I non residenti possono invece circolare liberamente in Italia, perché la legge permette fino a 12 mesi di possibilità di circolare. Scaduti i dodici mesi, per portare il veicolo all’estero, il conducente dovrà chiedere alla Motorizzazione un foglio di via e una targa provvisoria. Dovrà consegnare agli uffici il documento di circolazione e le targhe estere, che saranno restituite allo Stato che le ha rilasciate.

La fattispecie della residenza normale

Una scappatoia alla rigidità del regole anti abuso di targa straniera, è quella offerta dall’istituto della residenza normale.

Per residenza normale si intende quel tipo di residenza che riguarda stranieri che per almeno 185 giorni all’anno, per motivi professionali o personali, sono in Italia stabilmente.

Chi ha la residenza normale può usare un veicolo con targa straniera senza andare incontro alle sanzioni previste dalle limitazioni del decreto sicurezza.

Ultimamente anche la giurisprudenza sta iniziando ad emettere pronunce che sembrano andare contro le misure «draconiane» del decreto Sicurezza.

Soprattutto sulla cosiddetta guida occasionale. In base a quello che prevede il decreto Sicurezza infatti, usare il veicolo di un parente venuto dall’estero non è possibile se il veicolo ha targa estera. Tizio non può usare l’auto del fratello Caio, venuto in vacanza in Italia dalla Germania. Questo perché Tizio è residente in Italia da più di 60 giorni. Un Tribunale di Roma ha dato ragione ad un ricorso contro multa e sequestro del veicolo, prodotto da un vacanziero inglese che ha fatto provare la sua auto ad un cittadino italiano.