Pensione: quando bastano 30 anni di contributi per non aspettare i 67 anni di età

Quali possibilità offre il sistema previdenziale per uscire dal lavoro con 30 anni di contributi versati?

La pensione di vecchiaia a 67 anni, quella anticipata con 42,10 anni di contributi, ma esiste una via per chi non ha né l’età per la prima misura e nemmeno i contributi per la seconda.

In materia previdenziale le due misure pilastro restano la pensione di vecchiaia e quella anticipata. Per chi non rientra in nessuna delle sue, vuoi per età e vuoi per carriera contributiva più corta, c’è l’Anticipo pensionistico sociale. Ma si tratta di una misura che come vedremo, riguarda determinate categorie di lavoratori.

A chi si chiede se si può uscire con 30 anni di contributi e prima dei 67 anni, l’unica risposta oggi valida è l’utilizzo dell’Ape sociale, misura che comunque scade il 31 dicembre 2021, ma che ha buone possibilità di essere prorogata.

Pensioni, età e contributi i requisiti basilari

Nel nostro sistema abbiamo due misure strutturali che rappresentano le vie di uscita principali dal mondo del lavoro. C’è la pensione di vecchiaia naturalmente, nella sua versione ordinaria. Si va in quiescenza con 67 anni di età e con 20 anni di contributi.

E poi c’è la pensione anticipata ordinaria, quella che prevede l’uscita una volta raggiunti i 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. In tutti i casi, per le pensioni anticipate ordinarie servono 35 anni di contributi effettivi (senza figurativi da disoccupazione o malattia) e nessun limite di età.

La pensione a 63 anni, quando possono bastare 30 anni di contributi

Con 30 anni di contributi versati l’unica pista possibile è l’Ape sociale. In pratica per chi si trova senza aver completato i 67 anni di età e senza aver completato 42,10 o 41,10 anni di versamenti, a partire dai 63 anni di età, con 30 anni di versamenti, c’è la possibilità di sfruttare l’Ape sociale.

Si esce dal lavoro a 63 anni con almeno 30 anni di contributi, ma occorre rientrare in specifiche categorie. Infatti la pensione dai 63 anni con 30 anni di contributi prevista dall’Ape sociale riguarda:

  • Disoccupati;
  • Invalidi;
  • Caregivers.

Ogni singola categoria poi deve avere determinati sotto requisiti. Così il disoccupato deve aver terminato di percepire la Naspi (tutto il periodo indennizzabile per la disoccupazione Inps) da almeno 3 mesi prima della presentazione della domanda.

Per i caregivers, occorre che il parente stretto disabile da assistere, sia convivente con il richiedente la pensione. Ed inoltre, occorre che l’assistenza al disabile sia iniziata almeno 6 mesi prima della data di presentazione della domanda.

Per gli invalidi occorre essere stati riconosciuti disabili con percentuale superiore al 74% dalle competenti Commissioni Mediche per le invalidità civili dell’Inps.

Va ricordato comunque che l’Ape sociale è una prestazione temporanea perché al compimento dei 67 anni di età cessa di essere erogata e per il beneficiario occorre presentare domanda di pensione di vecchiaia. Inoltre la misura non è reversibile ai superstiti, non prevede maggiorazioni, Anf e non da diritto alla tredicesima.