Pensioni: come andarci in base alla data di nascita dal 1954 al 1963

Lo sai che potresti andare in pensione prima del previsto? Ecco una serie di suggerimenti e di misure che lo permettono.

Il sistema previdenziale italiano è un grande contenitore di misure che in base al profilo del lavoratore permettono di andare in pensione ad età diverse e con requisiti diversi. Non esistono solo la pensione di vecchiaia e quella anticipata. Ci sono tante misure, spesso collegate a strumenti, che permettono di accedere alla quiescenza prima. E così ci sarà chi uscirà dal lavoro a 67 anni, ma anche chi lo farà a 58 anni.

La pensione senza limiti di età, la guida alle anticipate classiche

Per andare in pensione senza attendere una determinata età anagrafica, la prima misura disponibile è la pensione anticipata. Misura strutturale del sistema, valida sempre che permette di lasciare il lavoro con 42,10 anni di versamenti contributivi per gli uomini ed un anno in meno per le donne, con 35 anni di contributi che devono essere effettivi, senza figurativi per malattia e disoccupazione.

Una persona nata nel 1962 (o una donna nata nel 1963), che ha avuto la fortuna di lavorare ininterrottamente dal compimento dei suoi 18 anni, cioè dal 1980, nel corso del 2022 potrebbe andare in pensione a 60 anni.

E se ha iniziato a lavorare prima del 18imo anno di età, magari in pensione ci è già andato quest’anno o l’anno scorso, magari a 58 anni di età. E ancora prima con la quota 41, che consente a caregivers, invalidi, lavori gravosi e disoccupati, di anticipare la quiescenza se uno dei 41 anni di contributi necessari è stato versato prima dei 19 anni di età.

Anticipate e ordinarie, le pensioni in Italia

Nel 2022 potranno uscire i nati nel 1955 così come quelli nati nel 1954 lo hanno fatto nel corso del 2021. Parliamo naturalmente della pensione di vecchiaia, che si centra con 20 anni di contributi e 67 anni di età. L’età pensionabile a 67 anni fissa l’uscita con la quiescenza di vecchiaia ai nati nel 1955 per il 2022.

Anche le deroghe Amato e l’assegno sociale sono misure che nel 2022 sono destinate esclusivamente ai nati nel 1955. Ma ci sono varie strade per anticipare l’uscita. Entro il 31 dicembre prossimo, i nati entro il 1959 potranno ancora uscire con la quota 100, purché abbiano almeno 38 anni di contributi versati entro la fine del 2021.

Con la quota 100 la pensione può essere ottenuta dai nati nel 1959, 1958, 1957, 1956 e 1955, cioè tutti coloro che per colpa dell’età pensionabile nel 2021 non rientrano nella pensione di vecchiaia ordinaria.

Per chi è nato nel 1960, se in possesso di una invalidità pensionabile almeno dell’80%, si può uscire nel 2021 con la pensione di vecchiaia anticipata per invalidi. Facoltà che nel 2021 toccherà a chi è nato nel 1961.

Se per gli uomini questa misura è vantaggiosa perché permette uscite a 61 anni, ancora di più lo è per le donne, che possono sfruttarla a 56 anni. Pertanto possono lasciare il lavoro nel 2021 le donne nate già nel 1965, così come nel 2022 lo potranno fare le nate nel 1966.

Per le donne nate già a partire dal 1962, fino a fine anno c’è pure opzione donna. La misura consente pensionamenti dai 58 anni di età con 35 anni di contributi purché completati entro la fine dell’anno precedente a quello in cui si presenta domanda di pensione (per il 2021 i requisiti andavano completati entro la fine del 2020).

Per i nati a partire dal 1958 ci sarebbe pure l’Ape Sociale, misura che come quota 41 ha una platea di beneficiari ridotta ai caregivers, ai lavori gravosi, ai disoccupati e agli invalidi. Si esce completando i 63 anni di età ed i 30 o 36 anni di contributi entro la fine del 2021.

Opzione donna e Ape sociale con ogni probabilità potranno essere confermate anche nel 2022 nella prossima legge di Bilancio, ma al momento la loro scadenza è fissata al 31 dicembre 2021. Leggi anche: Pensioni a 64 anni per tutti, e bastano 20 anni di contributi, si può