Obbligo vaccinale Covid, Locatelli: «Da tecnico: condizioni sono mature»

Il professor Franco Locatelli ha sottolineato come la scelta spetti alla politica. Nell’intervista a Repubblica ha lasciato intendere come i dati su Omicron suggeriscano che possa essere meno grave, ma restano i rischi soprattutto per i non vaccinati

Si confida che il 2022 possa essere l’anno della fine della pandemia Covid. Nel frattempo, però, da lottare. Lo si evince dai dati relativi alla situazione dei contagi anche in Italia che sono schizzati oltre i 100.000 quotidiani. In un’intervista rilasciata a Repubblica del 2 gennaio il professor Franco Locatelli, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, sono stati toccati diversi punti: dalla variante Omicron alla possibile necessità di un obbligo vaccinale.

Situazione Covid in Italia: contagi salgono, ma il vaccino sta dando effetti significativi

Non è corretto dire che, dopo la vaccinazione di massa, si è ancora allo stesso punto. Un anno fa era tutto chiuso, tutte le festività sono state passate in zona rossa nazionale eppure la situazione dei ricoverati era sensibilmente peggiore.

L’Italia ha, fino ad ora, resistito pure all’azione delle nuove varianti senza vedere le strutture sanitarie andare in difficoltà come nei tempi peggiori della pandemia e ha avuto la possibilità di non dover interrompere la propria filiera produttiva o chiudere le proprie attività.

La protezione, a quanto si evince dai dati, non sta scongiurando l’avanzare del contagio, ma sta sicuramente permettendo un aumento delle ospedalizzazioni sensibilmente inferiore a quello del passato.

Tuttavia, l’azione di Omicron da una parte potrebbe corrispondere a quella di una mutazione meno aggressiva sul singolo contagiato, ma la maggiore diffusibilità potrebbe, sui grandi numeri, generare qualche problema.

Variante Omicron, Locatelli spiega cosa

Omicron, secondo i dati inglesi citati dallo stesso Locatelli, parrebbe avere caratteristiche che suggeriscono una maggiore clemenza. Tra questi ci sono una riduzione del rischio ricovero di un terzo rispetto a Delta, in attesa dei dati sulla mortalità secondo cui «ci aspettiamo - ha detto il coordinatore del Cts - una riduzione simile».

«Alcuni studi - ha proseguito - dimostrano che la capacità di replicazione è maggiore nell’albero respiratorio superiore (da qui la contagiosità), ma minore nei polmoni, dove si producono i danni più gravi».

«La terza buona notizia - è che l’immunità mediata dai linfociti T - importante per proteggere chi è infettato dalla malattia grave - si conserva bene per parecchi mesi». E poi un’ultima notazione pone l’accento sulla rilevanza del booster. «Dalla Gran Bretagna arriva un dato ulteriore - quello dell’efficacia della terza dose: 88% nel prevenire il ricovero».

Variante Omicron, altri dati e l’ipotesi obbligo vaccinale: le parole di Locatelli

Locatelli ha ammesso di non sposare l’idea che, in questa fase, sarebbe giusto fare correre il virus. «Anche con sintomi meno severi - ha evidenziato il primario del Bambin Gesù di Roma - un’ondata incontrollata porterebbe a una crescita di ricoveri e vittime. In Italia 1,3 milioni di persone sopra ai 60 anni non sono vaccinate. È un gruppo di connazionali che oggi rischia molto».

A fronte di questo rischio e su una moltitudine di persone che ancora non ha scelto di proteggersi con il vaccino, è inevitabile chiedersi se può essere opportuno immaginare un obbligo vaccinale.

«È una scelta - ha spiegato Locatelli - che spetta alla politica perché non ha valenze solo sanitarie, ma anche etiche e sociali. Sono sempre stato un fautore del vaccino facoltativo. Ora però da tecnico della santità dico che le condizioni sono mature per l’obbligo per rispondere alle esigenze di salute dei pazienti con Covid o con malattie diverse».