Guerra in Ucraina: le conseguenze per l’Italia secondo la Commissione Ue

La Commissione Ue taglia le stime di crescita per l’Italia

Gli effetti della guerra in Ucraina hanno anche conseguenze economiche e non di poco. Lo si evince da quelle che sono le previsioni di crescita economica pubblicate dalla Commissione Europea. Con riferimento al Pil dell’intera area europea si prevede una crescita del 2,7% nel 2022 e del 2,3% nel 2023.

Per valutare questi numeri si deve fare riferimento alle cifre che si avevano nel febbraio scorso quando si prevedeva una progressione del 4% e del 2,8%. Si ricordi, inoltre, il fatto che l’invasione russa in Ucraina è iniziata lo scorso 24 febbraio. L’andamento è naturalmente destinato a coinvolgere anche l’Italia.

Previsioni economiche Unione Europea al ribasso

Le previsioni economiche della primavera del 2022 sottolineano che, prima della guerra in Ucraina, si pensava ad una crescita prolungata e importante. Con l’invasione russa, invece, sulla strada sono arrivate nuove difficoltà.

Le problematiche sono quelle note: l’aumento dei prezzi delle materie prime, incertezza e un vento che sembra soffiare in direzione opposta alla crescita. La logica conseguenza è stata la necessità di rivedere quelle che erano state le precedenti previsioni di crescita dell’Unione Europea. Va, invece, esattamente in direzione contraria la previsione relativa all’inflazione.

Previsione di crescita: la situazione dell’Italia e il legame con il gas proveniente dalla Russia

Per quel che riguarda l’Italia la previsione è che la crescita possa essere del 2,4% per il 2022 e dell’1,9% nel 2023. Le stime precedenti erano rispettivamente del 4,1% e del 2,3%. I paesi europei devono fare i conti con fattori che hanno determinato gli andamenti.

Si possono, ad esempio, citare l’aumento dei prezzi dell’energia e l’interruzione delle catene di approvvigionamento determinate dalla guerra. In base a quanto emerso l’Italia deve fare i conti con il suo status di paese che dal punto di vista energetico, e del gas in particolare, dipende dalla Russia.

Gli orizzonti economici italiani, in particolare, risultano essere «soggetti a pronunciati rischi al ribasso». Su questo influisce il fatto che l’Italia sarebbe esposta al rischio di essere gravemente colpita da un’eventuale ed improvvisa interruzione delle forniture.

La crescita prosegue anche per trascinamento e ci sarà

Il quadro viene fuori da una fase in cui, prima della guerra in Ucraina, si auspicava potesse corrispondere al rimbalzo dopo la crisi determinata dalla pandemia. Ed effettivamente la crescita, seppur rallentata dagli eventi, c’è e ci sarà. In questo periodo, in particolare, si beneficia dell’effetto trascinato della considerevole ripresa che era stata vista nel 2021.

Tuttavia, per ritrovare i livelli che si avevano prima della crisi sarà necessario attendere fino al secondo semestre del 2022. E il progresso è destinato a proseguire anche nel 2023 (con l’1,9%). Non resta che attendere e capire come si evolveranno le cose nei prossimi mesi che stanno per arrivare.