Covid e rischio chiusure, Brusaferro spiega come si può rallentare la crescita

L’aumento dei casi è al momento al di sotto dei livelli di preoccupazione di altri paesi, ma l’obiettivo è frenare la crescita per scongiurare nuove chiusure

I casi di Covid in Italia sono in aumento. L’azione diffusa del vaccino sta evitando che ciò si rifletta in un aumento esponenziale di ospedalizzazioni e ricoveri in terapia intensiva. Le terze dosi contribuiranno a ricacciare ulteriormente indietro gli effetti negativi che il Covid ha generato quando riusciva a diffondersi libero senza che la popolazione potesse contare su uno scudo efficace come la vaccinazione. Ma quali sono gli scenari? Per capirlo occorre fare il punto della situazione.

Situazione Covid in Italia migliore di altri paesi, ma serve prudenza

A fronte di migliaia di casi al giorno è evidente che la situazione non è paragonabile a quella di un anno fa. È praticamente tutto aperto e la situazione oggi appare ancora controllabile, soprattutto al confronto con paesi europei dove si è arrivati anche a 50.000 infezioni al giorno o altri, come nell’est del Vecchio Continente, dove la bassissima percentuale di vaccinati ha fatto nuovamente andare in tilt gli ospedali.

Chiusure Covid, resta il sistema delle zone

Se, però, i casi dovessero aumentare ancora in maniera significativa, per la legge dei grandi numeri c’è il rischio che si possa finirei in una nuova fase di chiusura e restrizioni. Attenzione: non si fa riferimento a lockdown generalizzati, ma ad una gradualità sulla base di quelle che sono le regole esistenti. Incidenza, ricoveri ordinari ed in terapia intensiva sono i parametri che, attraverso le soglie percentuali, potrebbero portare le regioni a cambiare colore.

«Non si può paragonare - ha detto Speranza a Repubblica il 12 novembre - la stagione delle misure più radicali all’attuale, per la semplice ragione che allora non c’era l’87% di popolazione vaccinata, e non c’erano ovviamente anche i vaccini. Ma abbiamo il sistema a colori regionali».

Covid, Brusaferro: «Posssiamo rallentare la crescita»

Se, dunque, i casi crescono e di conseguenza anche la pressione sui sistemi sanitari una regione potrebbe passare dalla zona bianca (che contraddistingue tutta I’Italia al momento) al giallo e così via. Ma questo può ancora essere evitato, il come lo ha specificato il professor Silvio Brusaferro in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera del 14 novembre.

«Possiamo rallentare la crescita - ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e portavoce del Cts - e mi appello a tutti i cittadini affinché collaborino».

La premessa per rivolgere un messaggio chiaro agli italiani: «Se non l’avete ancora fatto, accettate l’offerta della prima dose e, se ne avete già fatte due, prenotatevi per la terza quando è raccomandata. La curva dei contagi è in netto rialzo, l’incidenza settimanale lo scorso giovedì era di 78 casi su 100 mila abitanti negli ultimi 7 giorni, quando sappiamo che la soglia entro la quale si può intervenire efficacemente per circoscrivere i focolai è di 50 casi».

E sul futuro non si sbilancia, ma sottolinea: «Ora è difficile fare previsioni. Altri Paesi stanno adottando restrizioni, ma al momento hanno numeri molto più alti dei nostri».