Covid e Omicron 5: sintomi, effetti e contagiosità, ecco cosa si sa

Gli esperti la segnalano come molto contagiosa ma meno virulenta rispetto alle forme che che generavano più ospedalizzazioni, anche grazie alla presenza di una popolazione che è largamente vaccinata

Dopo oltre due anni di pandemia le norme e le restrizioni finalizzate a contrastare la propagazione del Covid sono ridotte al minimoi. Si inizia ad ipotizzare persino l’abolizione della quarantena per i positivi, sebbene si tratti di una tema su cui gli esperti si dividono. Chi, però, deve monitorare la situazione e soprattutto le varianti non può abbassare la guardia.

La possibilità che nel tempo possano emergere delle mutazioni del virus è un fatto noto e in questa fase c’è molta attenzione attorno alla nuova Omicron 5. In base a quanto evidenziano gli esperti, al momento, dovrebbe trattarsi di una variante che genera forme di malattia meno gravi, ma che è caratterizzata da un’altissima contagiosità.

Omicron Ba 5: cosa si sa

Omicron Ba 5 viene presentata dagli scienziati come una variante del virus meno virulenta. Rispetto al virus originario avrebbe una minore capacità di aggredire i polmoni. Problemi ed infezioni si potrebbero invece riscontrare sulle vie respiratorie più alte. Non bisogna, inoltre, dimenticare che c’è una popolazione largamente protetta con tre dosi di vaccino e questo gioca un ruolo determinante nel poter affrontare la situazione.

Omicron Ba 5 e la maggiore contagiosità

L’altro lato della medaglia è la presenza di mutazioni che ne favoriscono il legame con le cellule umane. In sostanza la variante Omicron 5 grazie a questi cambiamenti riesce a diffondersi con maggiore facilità. Facendo sposare questo dato con quello relativo a quella che si ritiene una minore virulenza, si deduce che l’aumento delle infezioni non dovrebbe corrispondere anche ad un aumento delle ospedalizzazioni.

Sintomi Omicron 5: i possibili sintomi

Tra i sintomi che la contraddistinguono ci sarebbero anche forme fastidiose di raffreddore e mal di gola. Segnali che, come si ricorderà, non era facile riscontrare nelle prime forme di Covid che avevano fatto il loro esordio all’inizio della pandemia. Potrebbero esserci anche febbre e dolori.

Il post del professor Matteo Bassetti

Sul tema, con un post sul suo profilo Instagram, si è espresso anche il professor Matteo Bassetti. Ha ricordato come Omicron 5 fosse «ampiamente attesa». Ha sottolineato come già altri paesi hanno vissuto un aumento dei contagi senza alcuna pressione sugli ospedali per casi gravi di Covid.

Anche nel panorama italiano, secondo il direttore delle Malattie Infettive del San Martino di Genova, la situazione non sarà diversa. «Molte persone - ha chiarito - con raffreddore o sintomi influenzali. Pochissimi o nessuno con la polmonite». E c’è anche spazio per una rassicurazione: «State tranquilli: i vaccini proteggono dalle forme gravi anche con omicron 5».