La guerra in Ucraina prosegue, così come la linea dura delle sanzioni dell’Occidente nei confronti della Russia. E a Mosca c’è ancora un riferimento all’Italia rispetto alla condotta di Roma verso un paese che, nel corso della pandemia, aveva - come sottolineano i russi - teso la mano agli italiani.
Le dichiarazioni in questione sono quelle di Maria Zakharova. Si tratta della portavoce del ministero degli Esteri russo e le sue parole vengono riportate da diverse fonti di stampa. Viene posto l’accento sul fatto che l’Italia avrebbe dimenticato quello che fu il ruolo della Russia «in un momento difficilissimo» e che oggi la leadership nazionale di Roma è in «in prima linea» in quello che è definito un attacco alla Russia.
Viene, inoltre, sottolineato che la posizione assunta a livello governativo dall’Italia non sarebbe quella dei cittadini italiani che, stando a quanto riportato nel virgolettato, «scrivono di vergognarsi del loro governo». L’Italia, come è noto, sin dal primo momento ha condannato fermamente l’invasione russa in Ucraina. Una posizione che non è stata influenzata dal ricordo del supporto avuto dalla Russia nei momenti più duri della pandemia, ma neanche dai rapporti commerciali esistenti tra le due realtà.
Più volte si è parlato, ad esempio, del fatto che l’Italia importanti circa il 30% del suo fabbisogno di gas dalla Russia e che oggi, così come altri paesi europei, stia cercando la strada per rendersi indipendente da Mosca. È noto che una soluzione non può essere trovata dall’oggi al domani, ma anche che l’attuale flusso non sia neanche nell’interesse di Mosca interromperlo considerato l’indotto economico.
Sul tema e sulle possibili nuove sanzioni si era espresso Mario Draghi. «Noi - ha dichiarato - andiamo con quello che decide l’Unione Europea. Se ci propongono l’embargo totale e l’Ue è uniforme su questo, noi saremo ben contenti di seguire qualunque sia lo strumento che considereremo più importante e più efficace per permettere la pace. Questo è quello che vogliamo. Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace».
«Di fronte a queste due cose - ha proseguito - cosa preferiamo: la pace oppure star tranquilli con il termosifone acceso, anzi ormai l’aria condizionata accesa tutta l’estate? Io la metterei su questi termini».
Dopo le 12 di giovedì 7 aprile è arrivata la richiesta del Parlamento Europeo di un embargo immediato del gas russo. Una scelta che coinvolge anche altre forniture energetiche, comprendendo anche petrolio, carbone e combustibile nucleare. Si sono avuti 413 voti a favore, 93 contrari e 46 astensioni per l’embargo immediato. Il testo nella sua interezza è, invece, passato 513 voti favorevoli, 22 contrari e 19 astensioni.