Guerra in Ucraina che va avanti, anche nel giorno e nelle ore che precedono i negoziati. E le notizie continuano ad essere alimentate da fatti drammatici, come ogni guerra porta in dote. Il numero delle vittime civili ne è forse l’esempio più fulgido, con dati relativi e ai morti che purtroppo sono destinati a crescere.
Il ministro della Difesa russo Igor Konashenkov ha affermato che tutti i civili possono lasciare liberamente Kiev lungo l’autostrada Kiev-Vasylkiv. Informazione a cui si è aggiunta la specificazione che le forze in campo mirano a colpire solo obiettivi militari e che la popolazione civile non è in pericolo.
Un punto di vista in cui è stato sottolineato come convincere i residenti a restare nelle loro case stia rappresentando per Kiev quello che è stato definito "uno scudo umano per i nazionalisti". La Stampa, nella sua edizione on line, riporta quella che è stata l’accusa lanciata dal capo della Chiesa greco-cattolica ucraino e arcivescovo di Kiev.
Monsignor SviatoslavShevchuk ha, infatti, condannato apertamente coloro i quali «mettono bambini e donne sui carri armati per farne lo scudo umano, per portare morte e distruzione nel cuore, all’interno dell’Ucraina». Chiaro il riferimento ai russi.
Lo scambio di accuse relative all’utilizzo di scudi umani non cambia quelli che sono gli effetti. I numeri raccontano l’evidenza dei fatti. Le stime dell’Onu parlano del fatto che, a partire da giovedì, sarebbero morti almeno 102 civili. Tra questi 7 sarebbero bambini. In questi casi la stima rischia di essere per difetto, nel senso che all’appello potrebbero mancare altre vittime non ancora conteggiate.
I decessi, secondo quanto evidenziato anche dal’Alto Commisssario dell’Onu Michelle Brachelet all’apertura del Consiglio dei Diritti Umani, vengono generate da armi esplosive ad ampio raggio, con riferimento al fuoco artiglieria pesante, lanciarazzi e bombardamenti con raid aerei.
Nelle ultime ore era, tra l’altro, anche arrivato l’allarme relativo agli ospedali. In un momento storico in cui il Covid è finito mediaticamente in secondo piano, ma c’è ancora e fa danni, e nell’ambito di una guerra, in Ucraina rischia di venire a mancare l’ossigeno.
L’allarme è arrivato dall’Oms e si tratta di un tema sul quale si sta cercando una soluzione che possa portare all’approvvigionamento di ciò di cui le strutture sanitarie hanno bisogno. Su questo fronte è stata segnalata la necessità di un corridoio logistico che possa peremttere il trasporto di tutto quello di cui le strutture sanitarie avrebbero bisogno.
E sono tutti volti di una guerra che negli ultimi anni era stata una dimensione rimasta lontana dall’Europa e per la quale adesso si auspica in uno sviluppo che porti ad uno stop alle ostilità.
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