Ad oggi la situazione Covid in Italia potrebbe viaggiare verso orizzonti meno preoccupanti, pur restando ovviamente la necessità di usare prudenza e attenzione. Lo si evince dalle dichiarazioni rilasciate dal professor Franco Locatelli, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico e presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.
Locatelli, nelle parole rilasciata al Corriere della Sera del 16 gennaio, ha parlato di una situazione ancora «delicata» e con numeri che continuano a crescere sul fronte epidemico, ma ci sono altri punti da chiarire che autorizzano a mettere da parte il pessimismo, pur con la necessità di mantenere prudenza e consapevolezza di fronte alla delicatezza del momento.
Ciò che è cambiato nella dinamica dell’evoluzione della diffusione del Covid è al momento un rallentamento dell’incremento dei contagi. «La crescita percentuale dell’ultima settimana - ha spiegato lo scienziato - è stata inferiore alla precedente, negli ultimi giorni, vi sono evidenze di chiara decelerazione della curva epidemica in linea con quanto osservato in altri paesi. Nel Regno Unito si sta assistendo alla riduzione dei ricoveri».
I timori maggiori quando i contagi crescono è che questo si possa ripercuotere sulla capacità ricettiva degli ospedali. «La pressione sulle strutture sanitarie - ha ammesso Locatelli - nelle ultime settimane è decisamente aumentata. Il rischio da scongiurare è di danneggiare i pazienti con patologie differenti dal Covid riducendo il numero di procedure mediche o chirurgiche. A questo rischio può contribuire anche un elevato numero di contagi tra gli operatori sanitari che è certamente non trascurabile. Non possiamo parlare, però, di ospedali vicini al collasso».
Su quanto evidenziato dal coordinatore del Cts la conferma inequivocabile arriva dai numeri. Anche senza la presenza di varianti che avessero la contagiosità di quelle entrate sulla scena di recente, un anno fa si faceva i conti con picchi di ricoveri (ordinari ed in terapia intensiva) che hanno raggiunto cifre molto superiori rispetto a quelle attuali. Senza dimenticare il fatto che dodici mesi fa tra zone rosse ed arancioni molte attività erano chiuse con considerevoli blocchi alla circolazione.
Su ciò che in questa fase stia facendo la differenza ci sono pochi dubbi. "È il frutto - ha dichiarato Locatelli - del largo numero di vaccinazioni effettuate: quasi 120 milioni di dosi somministrate e 26 milioni di persone che hanno ricevuto la dose booster sono numeri straordinari e hanno consentito di proteggere largamente dal rischio di malattia grave o addirittura fatale gli italiani».
Sulla scena adesso c’è Omicron. Si parla, in particolare, della sua minore severità. Un aspetto che, come evidenziato da Locatelli, è determinato da caratteristiche biologiche che gli conferiscono minore capacità di legarsi alle cellule polmonari ed anche dalla copertura vaccinale. Lo scienziato ha comunque evidenziato che sarebbe sbagliato «pensare che Omicron, in soggetti non adeguatamente protetti dal vaccino, non possa determinare malattia grave o anche fatale».