«Omicron si ferma solo chiudendo tutto, ma non è fattibile». Non usa giri di parole il professor Guido Rasi, in un’intervista rilasciata a La Stampa del 9 gennaio, per sottolineare come l’ondata di Covid sia particolarmente rilevante. «Il tentativo del governo - ha evidenziato il docente ordinario di Microbiologia di Tor Vergata ed direttore dell’Ema - dunque è quello di mitigare il contagio per tenere aperte scuole e attività economiche».
Nel fare il punto della situazione lo scienziato, che è anche consulente del commissario Figliuolo per la campagna vaccinale, ha sottolineato come il contagio vada veloce, generando ricoveri e morti. Chiarendo come, in questa fase, nessuno abbia «la ricetta giusta», «per non limitare - ha spiegato - scuole e attività economiche è accelerare con le terze dosi, che sono in aumento così come le prime, diffondere l’uso delle Ffp2 al chiuso e aumentare le distanze sui trasporti». Poi anche un auspicio chiaro: «La speranza - ha dichiarato Rasi - è che Omicron sia una vampata di un mese e poi si endemizzi».
Il rischio di un contagio così diffuso è che, qualora dovesse proseguire a lungo la crescita della pressione sui sistemi ospedalieri, possa finire per acuirsi il rischio di nuove chiusure. Chiamato a rispondere sulla possibilità che si possa arrivare a quel punto qualora i reparti andassero in tilt, Rasi ha ammesso: «Purtroppo sì, per questo i dati di riempimento sono allarmanti».
Si tratta, ovviamente, di un rischio che si auspica possa essere scongiurato con la terza dose e le nuove misure del governo. Pensando, però, a ciò che accadrà dopo questa ondata si è iniziato a parlare di immunità di gregge. «Con tante varianti - ha spiegato Rasi - è difficile parlare di immunità di gregge, certo chi si contagerà resterà immune per un determinato tempo. Detto questo - ha spiegato - conviene vaccinarsi con tre dosi».
Punto quest’ultimo da chiarire, tenuto conto che essere vaccinati con tre somministrazioni equivale a ridurre sensibilmente il rischio di malattia. «Tra vaccinati e guariti - ha spiegato Rasi in relazione al futuro - andremo verso l’endemizzazione del virus fino alla prossima variante. Se Omicron rimanesse dominante la situazione si stabilizzerebbe, ma lo pensavano anche per Delta».
Gli scenari potenzialmente ed eventualmente più preoccupanti, però, non scalfiscono quanto i vaccini in questa fase abbiano contenuto gli effetti del virus. Rasi, non a caso, li ha definiti «spettacolari» e ha ricordato quanto contrastino bene «la malattia e in parte il contagio», evidenziando come non era scontato che ciò avvenisse con un virus aereo e che prima si auspicasse che si potesse raggiungere il 50% di efficacia come avviene per gli antinfluenzali.
«La memoria immunologica - ha aggiunto - dura a lungo e protegge dalla malattia. È la protezione dal contagio che diminuisce e va rinforzata spesso». Rispetto alla possibilità di nuove dosi dopo la terza Rasi ha sottolineato l’importanza di una «riflessione molto seria alla luce delle varianti, del livello del contagio e della nostra immunità».