Lasciare Garanzia Giovani in anticipo è possibile e le procedure per farlo sono estremamente semplici. Si può infatti interrompere in qualsiasi momento il programma inviando una comunicazione scritta all’azienda.
Il tirocinante non deve temere nessun tipo di ritorsione da parte del soggetto ospitante perché, anche se dovesse affermare cose diverse, non ha in mano alcuna carta da giocare contro il ragazzo o la ragazza che decidesse di licenziarsi.
Il diritto a lasciare un tirocinio con Garanzia Giovani prima della fine dei sei mesi previsti dalla legge è un diritto sancito dalla legge e che vale per qualsiasi stage o tirocinio formativo.
Il tirocinante che ha preso questa decisione dovrà redigere e firmare una lettera in cui annuncia al datore di lavoro le sue dimissioni.
Non è obbligato a dare alcun tipo di motivazione: può lasciare perché si trova male, perché non ritiene l’esperienza formativa, perché l’ambiente di lavoro è pessimo o ha trovato di meglio. Insomma qualsiasi motivo va bene, dal momento che abbandonare il posto di lavoro è un suo diritto.
Un esempio di lettera per lasciare un tirocinio con Garanzia Giovani è quindi molto semplice:
È ovviamente discrezione del tirocinante scegliere se inserire o meno nella lettera i motivi per cui ha deciso di lasciare.
Non esiste neppure l’obbligo di rispettare i tempi di preavviso. La legge italiana, infatti, stabilisce che un lavoratore possa licenziarsi avvertendo prima di quindici giorni il suo datore di lavoro.
Ciò non vale per gli stagisti e i tirocinanti, compresi coloro che lavorano in forme di stage diverse da quelle di Garanzia Giovani, per la semplice ragione che gli stagisti e i tirocinanti non hanno un contratto di lavoro e quindi hanno al tempo stesso meno diritti e meno doveri dei lavoratori comuni.
Garanzia Giovani è il programma realizzato in Italia con fondi della Comunità Europea e che dovrebbe, sulla carta, rilanciare e favorire l’occupazione giovanile.
Nella pratica è stata un’esperienza piuttosto deludente: i numeri hanno mostrato un flop clamoroso nelle assunzioni al termine dello stage mentre inchieste giornalistiche hanno mostrato come molti progetti formativi non avessero in realtà nulla di formativo, ma in molti casi fossero finalizzati solo alla ricerca di manodopera a basso costo.
Gli abusi hanno spinto la Conferenza delle Regioni a rivedere molte regole in merito.
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