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“Il diritto di contare”, la storia vera delle donne alla Nasa: chi sono le protagoniste

Giulia Mirimich - 9 marzo 2017

Il diritto di contare arriva al cinema e racconta la vera storia delle tre donne afroamericane che fecero la storia della Nasa: chi sono le tre protagoniste del film.

Il diritto di contare è uno dei film più attesi del mese ed è arrivato al cinema ieri, 8 marzo. Tratto da una storia vera, racconta la vicenda delle tre donne che permisero agli americani di andare nello spazio.

Il diritto di contare ha ricevuto tre nomination agli Oscar, grazie ad un cast notevole dove spiccano i nomi di Kevin Costner, Octavia Spencer e Kirsten Dunst, ma soprattutto grazie alla trama d’impatto.

La data di uscita del film è tutt’altro che casuale, considerando appunto che il film ha per protagoniste proprio tre donne. Non tre donne qualsiasi, ma tre donne afroamericane che, durante gli anni Sessanta, si trovano a lavorare alla Nasa.

Tre donne, Katherine Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson, che oltre a scontrarsi con la quotidiana difficoltà dell’essere donne e mamme, devono far fronte al contesto socioculturale della Virginia dell’epoca.

La Virginia che voleva posti separati sull’autobus per le persone di colore, ma anche bagni, scuole, chiese, edifici separati. Nonostante questo però la Nasa dà loro una possibilità perché, come ha spiegato lo stesso regista Theodore Melfi, per la Nasa

“i cervelli erano più importanti del sesso e della razza”.

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Il diritto di contare: chi sono le tre donne protagoniste

Tratto dal libro Hidden Figures, edito in italia con il titolo Il diritto di contare, di Margot Lee Shetterly, il film ci racconta la vera storia delle donne assunte presso il Langley Memorial Aeronautical Laboratory della Nasa in Virginia a causa di carenza di personale maschile subito dopo la guerra.

In particolare delle tre donne protagoniste:

Il diritto di contare è un film sulle donne, non solo per le donne. Un film in cui il sogno di tre donne continuamente screditate, ora per il loro sesso ora per il colore della loro pelle, s’intreccia al grande sogno americano di conquistare lo spazio. Conquista che però, ironia della sorte, porta anche la loro firma.

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