Lavoro

Pensioni: a gennaio nessun aumento, ecco perché

Giacomo Mazzarella - 3 novembre 2020

Brutte notizie per i pensionati che a gennaio non riceveranno l'attesa indicizzazione delle pensioni.

In genere, seppur di poco, ogni gennaio le pensioni salgono per via del meccanismo della perequazione. In pratica, le pensioni si adeguano all’aumento del costo della vita, dell’indice die prezzi al consumo come viene calcolato annualmente da parte dell’Istat. Ma il prossimo gennaio, i pensionati avranno una brutta sorpresa.

Infatti pare certo che ci sia una variazione negativa dei dati Istat, e questo vuol dire che non ci sarà il consueto adeguamento degli importi delle pensioni in essere, al tasso di inflazione. Questo il cupe scenario di cui tratta anche il quotidiano “Il Giornale”.

Niente adeguamento delle pensioni nel 2021

Non ci sarà certo da strapparsi i capelli, perché gli aumenti sono talmente irrisori ogni anno, che la perdita per via di questo mancato adeguamento, non sarà eccessiva. Ma la notizia non è certo positiva, se come sembra, il prossimo anno i pensionati dovranno rinunciare al consueto aumento.

Pertanto, possiamo già asserire che la rivalutazione annuale delle pensioni, nel 2021, sarà di segno negativo.

Nessun taglio di pensione o nessuna riduzione degli assegni, perché anche un decremento del tasso di inflazione, non fa in nessun caso scendere le pensioni. Ma la penalità per i pensionati sta nel fatto che non riceveranno nessun aumento perequativo.

Cosa accadrà nel 2021

Le pensioni sono basate sul meccanismo della perequazione, cioè come aumentano i prezzi dei beni di primaria importanza, secondo le medie statistiche Istat, così aumenta la pensione per gli italiani. Il meccanismo perequativo è all’insegna dell’equità, perché la perequazione serve affinchè le prestazioni pensionistiche non perdano il loro potere di acquisto.

Ciò che accadrà, probabilmente porterà diverse polemiche e contestazioni. Infatti, molti considerano opinabile il fatto che le pensioni vengano adeguate, come importo, a semplici dati statistici, pur se effettivamente validi e attendibili come quelli che produce ogni anno l’Istituto nazionale di statistica.

Il fatto che adesso si parla di indice Istat sui prezzi dei beni primari in negativo, sta a significare che il costo della vita non solo non è aumentato, ma è addirittura diminuito.

Una mezza verità questa, perché effettivamente oggi sono molti i pensionati che non riescono ad arrivare a fine mese, con la crisi economica successiva alla pandemia che ha peggiorato ancora di più la situazione.

Perequazione, come funziona?

La perequazione viene calcolata sulla base dell’indice Istat, prima in forma di indice provvisorio e, a seguire, in via definitiva come indice da utilizzare ad inizio anno per adeguare le pensioni a questo tasso di inflazione.

Al termine di ogni anno, viene fissato il dato in via previsionale, con la variazione percentuale che dovrà essere applicata ai trattamenti pensionistici mensili dell’anno successivo. Quando poi arriva il dato definitivo, in genere nel corso dello stesso anno, l’Inps da vita ai conguagli, producendo conguagli a debito o a credito nei confronti dei pensionati, in base a come è andato il rapporto tra dato previsionale e dato definitivo.

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