Chi è Bello Figo? Per spiegare uno dei fenomeni del momento possiamo prendere in prestito il celebre epigramma di Catullo, “Odi et amo”.
Per capire chi è Bello Figo basta dire che si tratta di uno dei rapper del momento, amato moltissimo dai suoi fan ma, al tempo stesso, anche odiato da un numero considerevole di persone. Un astio che ha portato nell’ultimo mese al dover annullare ben tre concerti dell’artista, a causa delle tantissime minacce ricevute dai gestori dei locali.
Ma cosa avrà mai fatto o detto un ragazzo di 23 anni per farsi tutti questi nemici? La risposta è nelle rime dei testi del rapper originario del Ghana, contenute in canzoni come “No pago affitto” oppure “Io non faccio operaio”.
Bello Figo è probabilmente il personaggio più politicamente scorretto del momento, dotato di una ironia demenziale applicata ai maggiori temi sociali del momento, soprattutto quelli che riguardano l’immigrazione e l’accoglienza.
Andiamo a vedere meglio chi è veramente Bello Figo, dai suoi inizi come youtuber fino ai concerti sold out e a quelli annullati per autentiche sommosse popolari.
La storia di Bello Figo, all’anagrafe Paul Yeboah, è quella di un ragazzo che dodici anni fa con la sua famiglia dal Ghana si trasferisce nella laboriosa e tranquilla Parma. Giusto il tempo di apprendere al meglio la lingua, che il rapper inizia a postare le sue rime demenziali su Youtube.
All’inizio il suo nome d’arte è Gucci Boy, con il quale inizia a farsi conoscere dal popolo della rete. Un successo però che attira anche le attenzioni degli avvocati della omonima casa di moda, con la storia nel 2013 che termina in Tribunale. Il ragazzo così deve trovarsi un altro nome: ecco che nasce allora Bello Figo.
Canzoni come “No pago affitto”, “Vogliamo soldi e wi-fi” oppure “Referendum costituzionale” ottengono milioni di visualizzazioni, portando così alla ribalta questo giovane ragazzo di colore dal ciuffo biondo. Rime demenziali, che ironizzano su alcuni luoghi comuni riguardanti gli immigrati, ma anche sesso, descritto così come ne parlerebbe un adolescente in piena crisi ormonale.
Al momento i video di Bello Figo su Youtube hanno raggiunto i 41 milioni di visualizzazioni. Un grande risultato che ha spinto il rapper ad intraprendere il No Pago Affitto Tour, con concerti sold out in tutta Italia ma anche diverse date cancellate per minacce.
Si perché Bello Figo non è soltanto uno scanzonato rapper di successo figlio del web, ma anche uno dei personaggi più odiati del momento. Un astio che ha portato all’annullamento di tre concerti nell’ultimo mese, con altre città che sono già in subbuglio per l’arrivo del giovane artista.
Se canti qui, incendieremo il palazzetto con la gente dentro.
Questa è una delle tante minacce arrivate a Bello Figo qualche giorno prima del concerto, poi annullato, che si sarebbe dovuto tenere la notte di capodanno a Borgo Virgilio, in provincia di Mantova. Un fiume di messaggi contro il rapper che hanno spinto gli organizzatori alla marcia indietro, così come era capitato una settimana prima a Brescia.
Copione che si è ripetuto poi anche per la data di Legnano, con le decine di minacce che hanno spinto i proprietari del locale ad annullare il concerto di Bello Figo, che ora rischia di veder cancellate anche alcune sue prossime date.
Anche a Foligno, infatti, centinaia di persone stanno minacciando gli organizzatori del suo concerto, mentre a Torino e Roma i biglietti per le sue esibizioni sono ormai quasi terminati. Nel bene o nel male tutti parlano di Bello Figo, diventato un caso ormai anche politico.
Dopo la litigata in TV con Alessandra Mussolini durante la trasmissione Dalla Vostra Parte, anche il leader della Lega Nord Matteo Salvini non ha avuto parole dolci per Bello Figo.
La presa di posizione poi del rapper in favore dello scorso Referendum Costituzionale, gli ha procurato poi gli insulti anche di molti sostenitori del No, che così si sono unito al coro degli haters del ragazzo.
Amore, odio e improponibili rime, tutto questo riassumendo è Bello Figo. Un prodotto della nuova generazione del web 2.0, destinato a far parlare ancora di sé molto a lungo.
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