Economia

Cosa succede se non si pagano le rate delle cartelle esattoriali?

Giacomo Mazzarella - 3 gennaio 2020

Cos'è la decadenza a cui vanno incontro contribuenti che non pagano le rate .

A prescindere da condoni, sanatorie, rottamazioni ed altri provvedimenti simili, la normativa fiscale italiana prevede la possibilità per i contribuenti indebitati con il Fisco, di pagare a rate quanti hanno di debito. Una operazione che deve essere naturalmente, concordata con il Concessionario alla Riscossione, che deve autorizzare la dilazione.
Una volta concessa la rateizzazione, occorre provvedere a pagare mese per mese le rate concordate. E se non si pagano cosa accade? Una domanda comune a molti. Il rischio è di perdete il beneficio della rateizzazione, ma questo blocco è solo in determinate circostanze.

Decadenza del diritto alla dilazione

Per tutti i provvedimenti di rateizzazione delle cartelle esattoriali, autorizzati a partire dal 22 dicembre 2015, la decadenza avviene nel momento in cui il debitore manca il pagamento di 5 rate, anche con scadenze discontinue. Per le rateizzazioni ammesse prima del 22 dicembre 2015, la decadenza interviene al mancato pagamento di 8 rate, anche non consecutive. La decadenza altro non è che la perdita del beneficio ottenuto, cioè delle rate accordate. In buona sostanza, non pagare 5, o 8 rate, riporta i debiti dovuti, alla forma originaria, senza dilazione, senza interessi e al netto delle rate già pagate. Il debito residuo, così ricalcolato, andrà onorato con pagamento in unica soluzione. Ma c’è dell’altro, perché la decadenza provoca anche la perdita di beneficio della sospensione del fermo amministrativo e può provocare anche il via delle procedure esecutive del concessionario, a partire dal pignoramento.

E se si torna a pagare?

Solo se la dilazione ottenuta era figlia di un provvedimento concesso dopo il 22 dicembre 2015, il Fisco potrebbe considerare come ammissibile una nuova richiesta dilazionatoria a nome del medesimo contribuente, precedentemente decaduto. Una eventualità questa, concessa a condizione che al momento della nuova domanda, le rate precedenti e scadute, che hanno causato la decadenza dal primo piano di rateizzazione del debito, vengano saldate.

L’Agenzia delle Entrate permette ai contribuenti che non sono riusciti a pagare le rate della dilazione e quindi sono decaduti dal piano richiesto, di poter aderire ad un nuovo piano di rateizzazione, a condizione che si tratti di una dilazione concessa dal 22 dicembre 2015. In altri termini, nel momento in cui si decade da una precedente concessione di dilazione, per evitare il riavvio delle procedure esecutive da parte di Agenzia delle Entrate riscossione, occorre saldare le vecchie rate e presentare nuovamente domanda.

Se invece il piano di pagamento rateale è precedente il 22 dicembre 2015, la decadenza fa perdere il beneficio delle rate e tutto ciò che viene dopo, senza possibilità di intervenire. Questo perché è proprio dal 2015 che nell’ottica di semplificare e migliorare il rapporto tra fisco e contribuenti, si decise di ammorbidire le regole e di concedere ulteriori possibilità a contribuenti che non avevano potuto onorare le precedenti scadenze.

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