Trovata un’altra Monna Lisa: si tratta di un falso?

Al mondo esistono ora due Monna Lisa; al famoso quadro di Louvre si è aggiunta una seconda versione dell’opera, emersa negli anni ’60. Si tratta di un’opera autentica o di un falso? Scopriamo l’opinione degli specialisti.

"Isleworth Mona Lisa" è questo il nome del quadro attribuito a Leonardo Da Vinci e considerato una versione precedente, o alternativa, della Monna Lisa del Louvre. 22 esperti su 26 ritengono l’appartenenza al maestro del rinascimento sia veritiera, mentre solo 4 si oppongono.

Negli ultimi 40 anni il dipinto è stato oggetto di vari esami scientifici, tra cui l’indagine alla luce ultravioletta e i risultati riconoscono la datazione dell’opera intorno ai primi anni del XVI secolo, lo stesso periodo di composizione della Gioconda, terminata nel 1503. Lo studio dei pigmenti utilizzati giunge alla stessa conclusione, rafforzando questa tesi. Altro dato importante è la presenza rilevata di pennellate di una mano sinistra, affine all’identità di Leonardo, nato mancino.

Per quanto la maggioranza consideri l’opera un originale, gli esperti si dividono sulla funzione del ritratto: alcuni parlano di una versione precedente dell’opera, tra cui Giorgio Vasari, biografo di Leonardo, che sosteneva l’artista avrebbe impiegato 4 anni per abbozzare la Gioconda, per poi lasciarla incompiuta, lasciandosi dietro una scia di abbozzi. Il dipinto di Iselwoth in effetti possiede le caratteristiche di un prototipo, in quanto presenta uno sfondo incompleto rispetto alla versione di Louvre. Per questa ragione il dipinto è spesso chiamato “Earlier Monna Lisa, ovvero “Monnalisa precedente”. Altri esperti, come il professore Isbouts, riportano l’attenzione su alcuni documenti storici che menzionano la presenza di due Monna Lisa dipinte da Leonardo, per due diversi clienti, proponendo dunque l’ipotesi che si tratti di due opere distinte con lo stesso soggetto.

La vicenda legale sulla seconda Monna Lisa

La Monna Lisa precedente è apparsa per la prima volta in una foto degli anni ’60 di un salotto londinese. Il dipinto era appeso sopra un camino, come un quadro domestico qualunque.
I due proprietari dell’appartamento di Londra Andrew e Karen Gilbert affermano di possedere il 25% del quadro. Il presidente della Mona Lisa Foundation a luglio aveva dichiarato che l’affermazione dei Gilbert non avevano fondamento. A proposito si è aperta una causa legale, dove i Gilbert hanno coinvolto Christopher Marinello, lo “Scherlock Holmes” dell’arte, fautore di aver recuperato all’incirca 510 milioni di dollari in opere artistiche.
La questione sull’appartenenza dell’opera è tanto aperta quanto la sua autenticità, basti ricordare che se il quadro fosse effettivamente un “Leonardo” il suo valore sarebbe superiore a 450 milioni di dollari, cifra per cui è stato venduto un altro dipinto dell’artista toscano, il così detto “Salavator Mundi”.