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Quelle che noi comunemente definiamo tasse, non sono altro che le imposte, che lo Stato preleva per garantire i servizi ai propri cittadini. E’ dunque errato identificare le somme che ci vengono trattenute dallo stipendio come delle tasse: sono le imposte, prelevate a ciascun cittadino in quantità variabile per finanziare le spese pubbliche.
Di seguito cerchiamo di fare chiarezza sull’argomento e vediamo cosa viene detratto dalla busta paga per andare a finire nelle casse dello Stato.
Quali imposte paghiamo? Dirette e indirette
Le imposte sono distinguibili in dirette ed indirette, che possiamo definire nel seguente modo.
Imposte dirette: lo Stato le applica direttamente sul guadagno prodotto dal lavoratore.
Imposte indirette: non colpiscono i guadagni prodotti sul momento da una persona ma quelle somme di denaro che vengono spese in qualsiasi modo e momento.
Le imposte sono altresì:
- Proporzionali, all’aumentare dell’imponibile, l’imposta aumenta proporzionalmente
- Progressive, all’aumentare dell’imponibile, l’imposta aumenta più che proporzionalmente
- Regressive, all’aumentare dell’imponibile, l’imposta decresce
- Personali, l’elemento su cui si fonda l’imposta è la persona
- Reali, l’elemento considerato è un bene materiale
Le imposte dirette
Colpiscono direttamente il reddito o il patrimonio del lavoratore. Le imposte detratte dallo stipendio sono:
- IRPEF
- Addizionali sull’IRPEF
Solo? Ebbene si, la paura di un imbruttimento dello stipendio per colpa delle tasse è solo un falso mito. Ma vediamo di cosa trattano queste due imposte.
IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche)
L’imposta colpisce il possesso di un reddito. Ovvero, nel momento in cui si diventa lavoratori retribuiti lo Stato preleva un determina somma a garanzia del fatto che il cittadino, ora che è contribuente, può partecipare alle spese pubbliche.
L’IRPEF in più, è un’imposta progressiva e personale. In base allo stipendio di ciascun contribuente, si modificano le somme da prelevare per applicare l’IRPEF secondo cinque aliquote, e cioè un tasso in percentuale.
Fasce di reddito | Aliquota | Imposta dovuta |
---|---|---|
Da 0 a 15.000 | 23% | 23% sulla parte eccedente la no tax area |
Da 15.000,01 a 28.000 | 27% | € 3.450 +27% sulla parte eccedente i € 15.000 |
Da 28.000,01 a 55.000 | 38% | € 6.960 + 38% sulla parte eccedente i € 28.000 |
Da 55,000,01 a 75.000 | 41% | € 17.220 +41% sulla parte eccedente i € 55.000 |
Oltre 75.000 | 43% | € 25.420 + 43% sulla parte eccedente i € 75.000 |
Chi paga l’IRPEF
- le persone residenti sul territorio italiano che producono reddito in patria
- le persone non residenti sul territorio italiano, ma con redditi prodotti in patria
- i soggetti passivi impropri, ovvero le società di persone. Non è la società a pagare, ma i soci secondo la quota di partecipazione
Addizionali sull’IRPEF
Come suggerito dalla parola stessa, questa imposta si aggiunge all’IRPEF ed è calcolata in base ad un aliquota fissa. Può essere destinata alla Regione (la cifra varia in base alla Regione, rimanendo tra un minimo dello 0.9% ed un massimo del 1,4%) o al Comune.
Le altre imposte dirette
IRES | imposta sul reddito delle società |
---|---|
IRAP | imposta regionale sulle attività produttive |
ISOS | imposta sostituiva sui redditi da capitale |
IMU | imposta municipale propria |
Imposte indirette
A differenza di quelle dirette, le imposte indirette non si adeguano alla contribuzione del pagante. Esse infatti non dipendono dalla ricchezza posseduta, ed essendoincluse nel prezzo dei beni acquistati, sono meno visibili dal contribuente.
Se quelle dirette sono obbligatoriamente a carico di chi le paga, le imposte indirette sui consumi vengono trasferite dal soggetto obbligato a pagarle a ad altri. Così facendo, il prezzo netto del produttore sarà diverso da quello pagato del consumatore.
Ecco le principali imposte indirette
IVA | E’ l’imposta sul valore aggiunto. E’ applicata in ogni fase della produzione, dei servizi o di uno scambio di beni. In sostanza, è l’incremento del valore, di cui beneficia un bene materiale nel momento finale dell’acquisto da parte del soggetto pagante |
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Accisa | E’ l’imposta che si paga per il consumo dei prodotti alcolici ed energetici (se ne sente parlare spesso se applicata sulla benzina) |
Imposta di bollo | Applicata alla produzione, richiesta o presentazione di un determinato documento |
Imposta sulle pubblicità | E’ un’imposta comunale consistente in una tariffa a metro quadrato esposto |
Imposta catastale | I soggetti dell’imposta sono le domande di voltura catastale a seguito di atti di compravendita, donazione o successione |
E allora quali sono le tasse?
A differenza dell’imposta, la tassa è una somma di denaro che il privato paga ad un ente pubblico in cambio della fornitura di un bene o di un servizio. La tassa rappresenta un servizio divisibile erogato dietro domanda dell’interessato e solitamente è inferiore al valore del servizio prestato poiché rimane sempre utile per la collettività.
Nulla quindi che possa essere detratta da uno stipendio direttamente.
Le tasse più comuni sono
- tasse scolastiche
- tasse automobilistiche
- tasse comunali
Esistono poi tasse più specifiche e discusse, eccone alcune:
- la tassa per celebrare il proprio matrimonio (varia da comune a comune)
- la tassa per il rilascio del certificato di constatazione del decesso di una persona
- la tassa per chi decide di esibire la bandiera Tricolore
Badate bene dal non confondere ulteriormente le tasse con le tariffe: queste infatti, erogate sia da un privato che da un pubblico, sono previste da una legge statale. Hanno una destinazione d’uso come può essere l’erogazione dell’acqua o della luce e lo Stato ne può fissare il prezzo di corresponsione.
Approfondendo quanto basta, abbiamo ora un quadro più completo di ciò che viene prelevato dalla busta paga e perché; di ciò che siamo tenuti a pagare in virtù di servizi e di ciò che paghiamo giornalmente senza nemmeno tenerne conto.