Biotestamento: cos’è e come farlo?

Cos’è il biotestamento e come farlo, secondo le indicazioni dell’Associazione Radicale Luca Coscioni.

Cos’è il biotestamento e come farlo? Da quando è stata approvata in via definitiva dal Senato il 20 aprile scorso la legge sul testamento biologico, è opportuno conoscere tutte le informazioni relative alle Dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat).

Di seguito vediamo le indicazioni dell’Associazione Radicale Luca Coscioni su come si svolgono le pratiche per creare il proprio biotestamento e decidere sulla propria morte.

Cos’è il Biotestamento?

La legge 219 del 2017, che è entrata in vigore a fine legislatura, non prevede l’eutanasia o il suicidio assistito, termini che infatti non compaiono negli articoli della norma.

Nella legge si parla di sospensione passiva delle cure, per evitare che queste si trasformino in un inutile accanimento terapeutico.

Il personale sanitario, che mette in pratica quanto espresso dal paziente, non può incorrere in responsabilità civili o penali. Secondo il ddl, non è però previsto il diritto all’obiezione di coscienza da parte del personale curante.

Ecco quali sono i 4 articoli della legge 219 del 2017:

  • Consenso del paziente

Alla base del Biotestamento c’è il diritto del paziente ad essere informato sul trattamento sanitario, che non può essere iniziato o proseguito senza il consenso dello stesso.

Il paziente, nel pieno delle sue facoltà mentali, può acconsentire o rifiutare le cure a cui è e sarà sottoposto. Il consenso libero e informato, è un atto formale, in forma scritta, e può essere revocato in qualsiasi momento.

  • Minori

Se il malato è un minorenne, il consenso sarà espresso dai genitori esercenti la responsabilità genitoriale, o dai tutori o dall’amministratore di sostegno, tenuto conto delle volontà della persona minore in modo direttamente proporzionale all’età e alla maturità raggiunta.

  • Le Disposizioni anticipate di trattamento (Dat)

Le disposizioni anticipate di trattamento (Dat) sono il pilastro portante della legge entrata in vigore dopo l’approvazione della Senato.

Secondo l’articolo 3 della legge 219 del 2017:

ogni persona maggiorenne, capace di intendere e volere, in previsione di una eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può, attraverso Disposizioni anticipate di trattamento, esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali

Quindi, il paziente maggiorenne può dichiarare quali sono le sue volontà, nel caso in cui sopraggiunga un cronico e irreversibile peggioramento delle sue condizioni di salute, tale da non renderlo più vigile e cosciente.

Attraverso le Dat il paziente specifica a quali cure e terapie intende sottoporsi.

Sempre l’articolo 3 della norma stabilisce le modalità di espressione della propria volontà:

Le Dat devono essere redatte per atto pubblico o per scrittura privata, con sottoscrizione autenticata dal notaio o da altro pubblico ufficiale o da un medico dipendente del Servizio sanitario nazionale o convenzionato. Nel caso in cui le condizioni fisiche del paziente non lo consentano, possono essere espresse attraverso videoregistrazione”.

Le Dat possono essere sempre modificate e revocate e, in caso di urgenza, le volontà del paziente possono essere espresse anche oralmente davanti a due testimoni, come specifica il ddl.

  • Pianificazione delle cure

Come si legge nell’articolo 4 della legge in materia di consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento, il paziente può concordare con il medico anche la tipologia delle cure a cui sottoporsi.

Il dottore è tenuto ad attenersi alla condivisa pianificazione delle cure, qualora il paziente venga a trovarsi nella condizione di non poter esprimere il proprio consenso o in una condizione di incapacità.

Nelle Dat possono essere contenute, per esempio, le indicazioni temporali sulla possibilità di praticare o meno la rianimazione cardiopolmonare su un paziente in stato critico.

L’attenzione temporale da parte del medico per le disposizioni presenti nella Dat è un punto che necessita ancora di maggiori chiarimenti da parte del legislatore.

Come fare il biotestamento?

E’ scattato il via, dal 31 gennaio 2018, alla possibilità per i pazienti di presentarsi al Comune in cui si è residenti per consegnare il documento che attesta le volontà sulle cure in caso di impossibilità a esprimersi.

L’Associazione Radicale Luca Coscioni, che si è sempre battuta in prima linea per l’approvazione della legge e per la divulgazione delle disposizioni normative, ha pubblicato un vademecum per la redazione e autenticazione delle Dat.

  • Redazione e compilazione del biotestamento

Le Dat possono essere redatte in diverse forme.

Il Biotestamento non necessita dell’obbligo di registrazione tributaria o dell’imposta di bollo.
Pertanto, il documento può essere scritto di proprio pugno dal paziente.

In aggiunta, proprio l’Associazione Luca Cascioni ha reso disponibile un modulo da compilare e presentare al comune di residenza. Il modulo è disponibile qui.

Il paziente ha anche la possibilità di esprimere le proprie volontà attraverso una videoregistrazione o con dispositivi tecnologici che consentono alle persone con disabilità di comunicare.

Biotestamento online Coscioni
  • Il fiduciario

La legge non obbliga, ma auspica che ogni persona, nel momento in cui sottoscrive il proprio Biotestamento, deleghi a un fiduciario la responsabilità di interpretare e far rispettare le volontà del paziente, anche alla luce dei cambiamenti intercorsi nel tempo.

Il fiduciario dovrà possedere una copia del Biotestamento e avrà quindi il potere di attualizzare, in accordo con il personale sanitario, le disposizioni indicate.

  • Come autenticare il Biotestamento

Il documento può essere autenticato con atto pubblico; con una scrittura privata autenticata; con scrittura privata consegnata personalmente all’ufficio dello stato civile del Comune di residenza, oppure consegnata presso le strutture sanitarie, qualora la Regione di residenza ne regolamenti la raccolta.

Il difetto delle Regioni

Come l’associazione Radicale Luca Coscioni denuncia, numerose Regioni sono indietro nel processo di implementazioni delle Biotestamento nel fascicolo sanitario elettronico, uno strumento istituito nel 2015. Molte Regioni italiane, in particolare la Campania e la Calabria, hanno introdotto e attuato con molto ritardo questo strumento.