Sammontana ricorre alle vie legali contro Welcome to Favelas. Ecco cosa sta succedendo

La nota pagina Facebook Welcome to Favelas si trova al momento nel pieno di una bufera con la marca di gelati Sammontana. Ecco per quali ragioni.

Welcome to Favelas, pagina Facebook con oltre 566mila mi piace, sembra essersi messa in un mare di guai. La pagina Facebook aveva infatti creato una maglietta blasfema nella quale si utilizzava il marchio Sammontana.
La notizia ha ovviamente ben presto fatto il giro del web, dal momento che in molte occasioni erano state postate foto per pubblicizzarla.

Una volta che la nota azienda di gelati ha scoperto la questione ha deciso di passare per le vie legali. Il logo di Milton Glaser è infatti registrato e da decenni associato all’azienda dolciaria.
L’unico cambiamento apportato per il merchandising della pagina è stata la sostituzione della dicitura “Gelati all’italiana” con una bestemmia.

La questione non è passata inosservata e molti utenti nei commenti hanno fatto notare che l’azienda avrebbe potuto procedere per vie legali.

Le cose sono infatti andate proprio come diceva questo utente dal momento che quando la questione è diventata di dominio pubblico l’azienda non si è fatta pregare per passare alle vie legali.

A portare all’attenzione della Sammontana la questione è stata proprio Selvaggia Lucarelli che ha ripostato una delle foto che vedevano un ragazzo indossare una di questa magliette.

Il Codacons ha già denunciato Welcome to Favelas e altre pagine Facebook di questo genere.

Si tratta di gruppi che su Facebook incitano all’odio e alla violenza verso donne, disabili e gay, inneggiando a stupri di gruppo e altri gravi reati. Gruppi estremamente pericolosi, perché possono avere effetti negativi sui più giovani spingendoli a compiere gesti brutali. Siamo risaliti all’identità dei veri amministratori di tali gruppi, e li abbiamo denunciati a diverse Procure, perché la crescita di episodi di bullismo in Italia è senza dubbio da ricercarsi anche nei social network e nei gruppi ’chiusi’ di Facebook che spingono i giovani a compiere abusi e gesti violenti verso coetanei, donne, disabili e soggetti deboli, facendo credere loro che pestare a sangue o seviziare un altro essere umano sia non solo possibile, ma addirittura giusto

Attualmente la Sommantana ha proposto di querelare gli amministratori della pagina Facebook, per aver indebitamente utilizzato il logo registrato.