Lega Nord: presentato il programma economico. I dieci punti di Salvini che fanno acqua da tutte le parti

Ecco i 10 punti del programma economico della Lega Nord. Solo qualche appunto: le coperture? L’incostituzionalità? la riduzione del gettito?

Matteo Salvini presenta il programma economico della Lega Nord. Un piano suddiviso in 10 punti che rappresentano le idee che i leghisti hanno per uscire dalla crisi esposto sulle pagine del Foglio.

Un documento che si situa all’interno del percorso iniziato dai leghisti alcuni mesi fa e che, con ogni probabilità consentirà ai leghisti di attrarre ulteriori consensi dopo il boom riscontrato nei sondaggi degli ultimi tempi.

All’interno del piano c’è di tutto, dalla fuoriuscita dall’euro al referendum sulla legge Fornero, dal blocco della riforma delle banche popolari allo stop all’austerità. Gran parte degli argomenti più dibattuti degli ultimi tempi quindi, che vengono analizzati attraverso l’ottica della Lega.

Il partito fornisce le sue soluzioni, ma bisogna segnalare come, alcuni dei provvedimenti inseriti all’interno del piano abbiano come limite la Costituzione.

Si aggiungano alcuni dubbi derivanti la copertura finanziaria e la riduzione del gettito che alcune di queste misure comporterebbero.

Ma vediamo nel dettaglio quali sono i 10 punti del programma politico della Lega.

Lega Nord: punto uno, fuori dall’Europa
Il primo punto analizza le problematiche inerenti le politiche europee e, neanche a dirlo l’Euro. L’Italia deve abbandonare la moneta unica attraverso una non precisata «iniziativa di Governo»:

“Fuori dall’euro il prima possibile, possibilmente concordando l’uscita con i partner europei, per riequilibrare la nostra competitività e riconquistare per mezzo della sovranità monetaria l’autonomia di manovra per attuare politiche anticicliche. Si intende anche recuperare la nostra democrazia riprendendo l’autonomia legislativa necessaria per poter attuare ogni azione a tutela del nostro lavoro e della nostra impresa.”

Lega Nord: punto due, piccole - medie imprese e banche popolari
Meno tasse e più semplificazioni per le piccole e medie imprese, trascurate dai Governi Monti - Letta - Renzi che invece hanno favorito solo le multinazionali:

La nostra politica economica sarà disegnata su di loro con interventi di forte detassazione e semplificazione normativa in modo che, insieme al recupero della sovranità monetaria, produrre in Italia diventi semplice e conveniente. La chiave del nostro modello sarà la produzione domestica, non certo l’importazione di beni di scarsa qualità prodotti chissà dove. Se molti imprenditori italiani hanno deciso di delocalizzare salvando i propri profitti a scapito dei posti di lavoro si preparino a fare marcia indietro perché è nostra ferma intenzione costruire velocemente le condizioni per un percorso inverso.

In questo frangente si colloca anche il No alla riforma delle Banche popolari:

«Il voto capitario (nelle società cooperative chi è socio ha un voto a prescindere dal numero di azioni in possesso, ndr), se pur strumento perfettibile, ha consentito la simbiosi banca -territorio necessaria per la prosperità di intere regioni. In teoria potrebbe diventare un modello addirittura per la futura Banca d’ Italia statale e di proprietà popolare con un’ azione dell’istituto di emissione inalienabile e assegnata per nascita a tutti i cittadini».

Lega nord: punto tre, flat tax
Troppe tasse per pochi. Matteo Salvini ha quindi trovato la soluzione all’annosa questione del mal funzionamento del sistema di tassazione italiano: stessa aliquota per tutti e stop, problema risolto. Secondo alcuni economisti però, la suddetta soluzione provocherebbe un calo delle entrate fiscali superiore a 70 miliardi di euro. A questo si aggiunge che la Costituzione stabilisce la natura progressiva del nostro sistema tributario,per attuare la proposta bisognerebbe cambiarla.

"Un’unica aliquota molto bassa uguale per tutti, con una deduzione fissa su base familiare renderà dichiarare i propri redditi semplice e conveniente.Anche i controlli saranno semplificati e velocizzati consentendo una verifica a tappeto e di fatto debellando l’ evasione e l’ elusione, non più giustificata vista la ragionevolezza del tributo richiesto e il timore di sanzioni pesantissime".

Lega Nord: punto 4, spendere per produrre

La politica dei tagli di spesa in recessione ha portato solo più disoccupazione e più recessione con la conseguenza di far crescere (invece che calare) i rapporti di debito e di deficit sul Pil, vanificando così ogni sforzo. Spendere per il gusto di farlo però sarebbe una follia dato che la spesa italiana è largamente inefficiente. Occorre sostituire il sussidio alle regioni arretrate (che provoca le enormi disparità di costo a parità di prestazione) con spesa produttiva, in modo da creare lavoro vero. In attesa del rilancio “naturale” dell’industria con il recupero della sovranità monetaria si potrebbero creare fabbriche e coltivazioni mirate alla produzioni di beni esclusivamente importati da paesi extra Ue. In quest’ottica rientrerà anche (come extrema ratio) l’eventuale nazionalizzazione di imprese strategiche e/o produttrici di beni richiesti dal mercato ma momentaneamente in crisi per colpa dell’Unione Europea.

Maggiore spesa produttiva, ripresa «naturale» dell’industria, import da paesi extra UE e nazionalizzazione di imprese strategiche.

Lega Nord: punto 5, misure anticicliche contro la disoccupazione

I governi Monti Letta e Renzi hanno attuato politiche procicliche che hanno creato disoccupazione. In recessione l’austerità è suicida...Lo stato deve pertanto essere in grado di poter avere flessibilità di bilancio (meno tasse o maggior deficit) qualora l’economia risulti in recessione e il tasso di disoccupazione sia superiore alla disoccupazione fisiologica.

In altre parole, prima l’occupazione, poi il Fiscal Compact

Lega Nord: punto 6, abolizione della legge Fornero
Il sesto punto del programma è senza dubbio il cavallo di battaglia della Lega: l’abolizione della Legge Fornero. Dopo la bocciatura sul Referendum da parte della Consulta, Salvini torna alla carica:

Il concetto stesso di pensione contributiva dovrebbe comportare la possibilità di andare in pensione a qualsiasi età, ovviamente con una pensione corrispondente ai contributi versati e attualizzata all’aspettativa di vita. In buona sostanza in ogni momento il cittadino deve essere libero di poter riavere i propri contributi scegliendo se ottenere un assegno basso ritirandosi dopo meno anni lavorativi oppure una pensione più elevata lavorando più a lungo.

Tralasciando le sentenze dei Giudici, alcuni dubbi sorgono sulle coperture necessarie per abolire la legge. Si parla infatti di 50 miliardi distribuiti fino al 2021. Considerando che alcune delle misure proposte riducono il gettito, questi soldi da dove deriveranno?

Lega Nord: punti 7 e 8: Ttip e Frontiere
Salvini rifiuta il Ttip il programma segreto sul libero scambio tra Europa e Stati Uniti e parallelamente propone (punto 8) un maggior controllo delle frontiere e un blocco dell’immigrazione incontrollata:

Siamo convinti che il “frullato” di culture e sapori faccia comodo solo a pochi e che invece nella diversità, nelle tradizioni e nelle autonomie locali vi sia la vera ricchezza. Pertanto siamo per uno stop all’immigrazione incontrollata in assenza di domanda di lavoro e per la valorizzazione e la responsabilizzazione degli enti locali e delle autonomie come strumento di conservazione e tutela delle diversità del nostro territorio e delle nostre culture e tradizioni che saranno la nostra ricchezza una volta ristabilita la normale competitività delle diverse valute.

Lega Nord: punti 9 e 10, tasse e trasferimenti fiscali
Abolizione delle tasse per chi non ha reddito:

Il principio che proponiamo è molto semplice: non può esserci tassa in assenza di reddito. Pertanto cercheremo metodi per superare tutte le imposte (tranne quelle sul consumo) che possano gravare anche su chi non ha redditi quali ad esempio: Irap, bollo sui risparmi, studi di settore, Imu prima casa (Tasi), acconti Iva ecc. ecc. Anche in questo caso occorrerà ribadire i principi costituzionali di tutela del risparmio e di tassazione legata alla capacità contributiva di ciascuno, intesa giocoforza come esistenza di reddito tassabile.

Un’altra misura che comporterebbe una riduzione del gettito. A titolo esemplificativo ricordiamo inoltre che che l’IRAP da sola, serve a finanziare circa un terzo della spesa sanitaria nazionale. Infine si passa ai trasferimenti fiscali. Il motto è: basta aiutare gli altri:

Il “sistema Tsipras” prevede che l’Italia si ritrovi nella paradossale situazione di essere uno stato in crisi e danneggiato dall’euro e dall’Europa ma, nonostante ciò, essere finanziatore di altri stati e dei loro creditori privati. Noi proponiamo un sistema dove nessuno debba pagare per altri e dove ognuno possa essere competitivo con le proprie forze con sistemi di aggiustamento diversi dalla disoccupazione e dalla miseria.