Guerra in Ucraina, Di Maio: «Zelensky ha fatto aperture importanti, Putin non dà segnali»

Il ministro degli Esterim, che ha parlato anche con il suo collega ucraino Kuleba, ha rilasciato un’intervista a Rai News 24 parlando dei negoziati e degli effetti delle sanzioni

La guerra in Ucraina prosegue ed anche le interlocuzioni a livello internazionale. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, intervenendo ai microfoni di Rai News 24, ha dichiarato di aver parlato con il suo omologo ucraino Dmytro Kuleba. Il confronto, in particolare, ha avuto in oggetto due temi: lo stato dei negoziati e la strada delle sanzioni alla Russia.

Di Maio sulla ricerca della pace: «Dobbiamo fare tutto quello che serve»

La mediazione che porti ad un «cessate il fuoco» è una delle strade che, a livello internazionale, ci si augura possa essere percorsa al più presto. E la speranza c’è ancora. «Dobbiamo - ha dichiarato Di Maio in relazione al punto - continuare ad andare avanti perché il presidente Zelensky continua a chiedere un incontro con Putin e ad aprire a delle soluzioni diplomatiche importanti. Pensiamo al meccanismo della neutralità».

In un altro passaggio del suo intervento a RaiNews 24 aveva sottolineato l’impegno della Turchia nella ricerca di un accordo che possa rappresentare un punto di svolta in questa intricata questione internazionale.

«Zelensky - ha detto Di Maio - ha fatto delle aperture molto importanti. Sull’adesione alla Nato, sulle questioni della Crimea e del Donbass. Ma Putin non dà segnali. Dobbiamo fare tutto quello che serve, sostenendo la Turchia, impegnandoci come Unione Europea e come singolo paese sul piano bilaterale, per arrivare ad una pace duratura e che fermi questa guerra nel cuore dell’Europa».

Gli effetti delle sanzioni sulla Russia a livello militare

Mentre ci si augura che i negoziati vadano avanti e possa prima o poi arrivare un punto di incontro tra le parti, le ostilità non si fermano. «L’unico modo - ha evidenziato Di Maio - per far rallentare ulteriormente l’esercito di Putin sul terreno è togliergli linfa con le sanzioni. Questo sta funzionando».

«L’esercito, un po’ alla volta, ha enormi problemi - ha proseguito il ministro degli Esteri - perché Putin ha enormi problemi in Russia. Ha un popolo che nelle piazze gli chiede di fermare questa guerra e sta colpendo ovviamente il suo esercito il meccanismo sanzionatorio».

Le sanzioni imposte dall’Occidente, secondo Di Maio, sono una strategia che rende meno sostenibile il conflitto per la Russia. «Toglie - ha spiegato - introiti economici che non possono finanziare una guerra che costa centinaia e centinaia di milioni al giorno».

Guerra in Ucraina, sanzioni ed effetti sull’Italia

Le sanzioni alla Russia rappresentano uno strumento a disposizione dell’Occidente, ma che rischiano di pesare anche su chi le applica. «Sull’economia italiana - ha precisato Di Maio - e sull’economia europea si sta abbattendo il costo della guerra di Putin, non il costo delle sanzioni». «Noi esportavamo - ha aggiunto - al massimo 7 miliardi di euro verso la Russia. Sarà colpito questo ammontare per il 15%. Nel 2021 abbiamo esportato oltre 500 miliardi».

Si attendono nuovi provvedimenti ed è chiaro che resta sempre delicata la questione legata alle materie prime come petrolio e gas. «Stiamo lavorando - ha proseguito Di Maio - al quinto pacchetto sanzioni. C’è una discussione in corso. È chiaro che il tema dell’oil and gas vede alcuni paesi più sensibili. Da parte dell’Italia abbiamo sempre detto che aspettiamo la proposta della Commissione Europea e crediamo che non ci debbano essere veti. Anche perché le sanzioni, in questo momento, sono l’unico strumento pacifico che abbiamo per fermare questa guerra colpendo l’esercito russo che è sul campo».