Dove sono le testati nucleari in Italia?

Le tensioni internazionali derivanti dalla guerra in Ucraina hanno inevitabilmente riportato attuale il tema

Dove sono le testate nucleari in Italia? Può apparire una domanda strana, tenuto conto che non si tratta di un paese con armi atomiche, ma non lo è. Questo perché fa parte della Nato e, come tale, rientra nel programma di condivisione previsto dall’alleanza atlantica. Questo fa sì che, in base a quanto è noto, sul territorio italiano si trovino armi di quella tipologia

Chi ha la bomba atomica nel mondo?

Non è un mistero che l’argomento sia tornato attuale con l’inizio della guerra in Ucraina e la possibilità, auspicabilmente da evitare, che l’Occidente possa entrare concretamente in conflitto con la Russia. E oggi si vuole vedere chiaro su quella che è la situazione internazionale relativamente alla disponibilità di armamenti nucleari.

I paesi che, nel mondo, dispongono di bombe atomiche sono Usa, Russia, Cina, Francia, Regno Unito, Pakistan, India e Corea del Nord. Le stime parlano della possibilità che sul pianeta possano esserci fino a 9000 ordigni e di questi il 90% sono nelle disponibilità americane e russe. Nel complesso, al di là della ripartizione, è difficile non notare una potenzialità distruttiva in grado di creare in poco tempo scenari apocalittici per l’umanità.

Testate nucleari in Italia in due località

La Nato prevede un programma di condivisione naturale. Questo fa sì che i paesi che non hanno proprie armi nucleari, ospitino quelle di altri in nome dell’alleanza. Secondo quelle che sono le notizie emerse in questi giorni, al momento, in Italia ci sarebbero una cinquantina di testate nucleari. La loro collocazione le vedrebbe suddivise in due basi aeree militari: quella di Ghedi, in provincia di Brescia, e quella di Aviano, in provincia di Pordenone.

Non solo l’Italia nel programma di condivisione nucleare Nato in Europa

L’Italia non è l’unico paese europeo, privo di armi nucleari proprie, ad ospitarne altre sul proprio territorio. Si trovano bombe atomiche anche in Germania, nella base di Buchel, nei Paesi Bassi (Volkel), Turchia (Incirlik) e Belgio (Kleine Brogel). Circostanza che in tutti i casi fa capo al già citato programma di «nuclear sharing» previsto nell’ambito della Nato.

La Nato è un’alleanza difensiva

È utile ricordare come la Nato nasca come alleanza difensiva e, non a caso, fino ad ora si è limitata a rinforzare il fianco Est dei paesi che la compongono. Si è, inoltre, al momento evitato di istituire una «No Fly Zone» sull’Ucraina per via della consapevolezza che questo significherebbe entrare in guerra con la Russia e forse dare inizio alla Terza Guerra Mondiale.

Si confida, ovviamente, che l’evoluzione dei fatti possa scongiurare un allargamento del conflitto e che semmai si possa avere al più presto lo stop alle ostilità.