Bollette non pagate: dopo quanto tempo staccano la luce? Ecco la guida alle tempistiche

Non pagare la bolletta dell’energia elettrica può portare ad abbassamento della potenza, sospensione della fornitura o revoca della stessa

L’argomento bollette dell’energia elettrica è di strettissima attualità in questi ultimi giorni. La bolletta della luce, così come quelle del gas sono balzate agli onori della cronaca per il rincaro che i contribuenti subiranno a partire dal corrente mese di ottobre.

Le bollette per le utenze domestiche sono una delle spese maggiori rapportate ad un anno solare, che sostengono le famiglie italiane. E se il gas ad uso abitativo qualcuno non lo ha ancora, la luce, cioè la corrente elettrica è davvero presente in ogni casa.

Troppo importante la corrente elettrica, e occorre prestare attenzione a pagare le bollette, perché la normativa vigente consente alla compagnie fornitrici di questo bene primario, di lasciare al buio i clienti morosi coi pagamenti. Ma in quanto tempo si corre il rischio di vedersi staccata la corrente in caso di mancato pagamento delle bollette?

Dopo quanto tempo staccano la luce se non vengono onorate le bollette?

Il mancato pagamento della bolletta può comportare il distacco della fornitura, ma seguendo delle precise tempistiche che da sempre la normativa vigente impone alle compagnie. In altri termini, difficile che stacchino la luce dall’oggi al domani. Sono diversi i passaggi che i fornitori di energia elettrica devono effettuare prima di passare alle maniera forti del distacco della fornitura.

La procedura prima del distacco della luce bel bollette non pagate

In primo luogo, l’azienda con cui il moroso ha sottoscritto il contratto di fornitura, deve provvedere a sollecitare il proprio cliente. In pratica, dopo un paio di settimane dalla scadenza della bolletta, la compagnia fornitrice deve ricordare al cliente che non ha pagato la bolletta.

Nella missiva, si sollecita il pagamento e si ricorda che se nel frattempo il debito è stato saldato, la missiva va considerata da cestinare. Dopo il sollecito si passa alla diffida, sempre che nel frattempo il moroso non abbia pagato.

Nella lettera di diffida si intima il cliente di provvedere a pagare, inserendo nella missiva una nuova bolletta con una nuova scadenza. Dentro la missiva la comunicazione che scaduto il nuovo termine offerto per pagare, si provvederà alla riduzione della potenza, se il contatore lo consente, altrimenti distacco della fornitura.

Distacco che comunque arriva anche se dopo diversi giorni di luce abbassata come potenza, il cliente continua nella sua morosità. Da quando il fornitore invia la diffida al distacco della fornitura devono passare almeno 20 giorni.

Cambiare compagnia pensando di evitare di pagare la bolletta per la quale la luce è stata staccata è inutile dal momento che il nuovo gestore alla prima bolletta utile è tenuto a caricare anche le pendenze vecchie del precedente fornitore.

Una volta staccata la luce, per la riattivazione occorre pagare la bolletta arretrata gravata di interessi e spese per le varie comunicazioni. Per riattivarla poi, occorre provvedere ad una specie di subentro. In pratica, va riaperta la fornitura chiusa, una operazione che sempre il cliente dovrà pagare.