Benzina a 3 euro e inflazione al 14%, perché si parla di questo scenario

La situazione internazionale e i suoi sviluppi potrebbero portare anche a scenari non auspicabili

La benzina a 3 euro al litro e inflazione al 14%, uno scenario che definire nefasto dal punto di vista economico sarebbe riduttivo. L’aumento del costo del carburante finirebbe per gravare su praticamente ogni ambito della vita, generando una spirale negativa in grado di portare l’inflazione fino al 14%. Per i cittadini questo si tradurrebbe in un’importante diminuzione del potere d’acquisto.

A parlare di quella che è un’eventualità è stato il professore Davide Tabarelli. Insegna economia all’Università di Bologna ed è presidente Nomisma Energia. Lo ha fatto in un’intervista pubblicata sul Messaggero del 21 marzo. In particolare ha segnalato come qualora l’Europa decidesse di tagliare i legami con la Russia dal punto di vista energetico, il prezzo da pagare sarebbe alto in termini di conseguenze sui costi.

Gas russo in Italia, la volontà di essere indipendenti

L’obiettivo dell’Italia è diventare indipendente dalla Russia dal punto di vista energetico. Nei giorni scorsi il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani aveva aperto alla possibilità che circa metà del gas russo che arriva sarebbe potuto essere rimpiazzato entro pochi mesi. Una prospettiva su cui Tabarelli ha l’idea che «trovare a breve 15 miliardi di metri cubi di gas sui 29 attuali di Mosca» sarebbe «ottimistico».

Gas Russia in Italia, Tabarelli: «Mosca ha detto che onorerà i contratti»

Se non altro la Russia potrebbe non essere orientata a mettere in difficoltà l’Italia interrompendo le sue forniture. «Rovinerebbe - ha spiegato Tabarelli - tutto il suo sistema di giacimenti. Ma Mosca ha anche detto, in linea con la sua storia degli ultimi 70 anni, che onorerà i contratti di importazione».

Tra le ipotesi c’è anche la possibilità che sia l’Europa a voler fare a meno delle forniture russe. Un’operazione non esattamente facile come bere un bicchier d’acqua, alla luce dell’attuale equilibrio garantito dall’alta percentuale di gas russo che arriva. E il tema si mischia con quello legato al tetto sui prezzi. Lo stop all’approvvigionamento da Mosca e il mancato accordo sul limite sarebbero la combinazione peggiore, andando ad interpretare le parole dell’esperto.

«I prezzi - ha spiegato Tabarelli - esploderebbero visto che lo stop sarebbe da tutta l’Europa. Il gas supererebbe i 300 euro per megawattora e si aggiungerebbe il carburante: si rischia la benzina a 3 euro con il petrolio tra 200 e 300 dollari al barile». «L’inflazione - ha aggiunto il professore - andrebbe ben oltre il 14%. Non possiamo farci così male. La scelta è politica, ma dobbiamo conoscerne il prezzo».

Circostanze che spiegano in maniera concreta quanto difficile sia destreggiarsi in questa fase particolarmente delicata dal punto di vista della geopolitica internazionale e anche delle conseguenti scelte economiche. Le prossime settimane, in tal senso, potrebbero essere importanti.